mercoledì 21 dicembre 2011

Dicembre 2011

Nessuno in giro, il freddo impazza,
in strada solo io e chi porta la pizza.

Quel gelo dai TG tanto annunciato
posso constatare che sì, è arrivato.

Sento accanto l'odore del fritto di cucina
provenir da un ristorante: "Lontana Cina",

Incuriosito mi avvicino e, dietro una siepe,
scorgo qualcosa che pare essere un presepe.

Ci sono tutti: San Giuseppe, la Madonna, il Bambinello,
il bue, l'asinello e finanche il pastorello.

La nostra tradizione è salva e questo lo rivela,
e poi cosa non si fa per aumentare la clientela!

A giudicar dagli schiamazzi e dai sorrisi,
chi mai direbbe che il periodo è di crisi

però chissà quanti, per contener le spese,
a Natale il cenone lo faranno dal cinese.

JECO digitale

domenica 18 dicembre 2011

La crisi, la crisi e ancora la crisi ....

Questo blog è nato un paio di anni fa per promuovere un libro di poesie dal titolo "Tempi che corrono", un libro dove dove si descrivevano beni e mali, in chiave ironica, di quelli che erano i tempi di allora.
I temi trattati erano molteplici ma se si volesse fare un raffronto tra ciò che accadeva un paio di anni fa ed oggi, potrei dire che oggi non si parla d'altro che della crisi economica.
E' quello che ci sta succedendo, non lo nego io e non lo nega nessuno ma perché c'è questa crisi? Perché è accaduto e sta accadendo quello che oggi stiamo vivendo tutti sulla nostra pelle?
Se volete una risposta chiara sicura e definitiva dal sottoscritto, beh, io non la so però ho provato ad informarmi ed ho capito questo:

Tutti ci parlano di crisi ma nessuno ce la spiega davvero!

E se nessuno conosce i reali motivi per cui si è venuta a creare, come possiamo essere coinvolti ed uniti per risolverla?
In rete, molti hanno provato a riassumerla così:

La crisi è nata nel 1997, quando negli USA si sono concessi incautamente mutui senza che ci fossero effettive garanzie per restituire il denaro prestato. Molte banche sono così fallite.
Si è pertanto creato un clima di sfiducia globale tra le banche e, mentre gli stati lavorano per evitare il fallimento ulteriore, ci si accorge che le perdite sono troppo elevate e bisogna intervenire affinché qualcuno paghi i debiti accumulati. Quel "qualcuno" siamo noi.

Come al solito, non mancano mai le tesi complottiste che affermano che la crisi in realtà sia qualcosa di voluto dall'alto, da una piccola cerchia di privati che governa il mondo e ci vuole tutti schiavi.
Io dico invece che, prima che schiavi, ci vogliono ignoranti.
Riecheggiano in me le parole dello slogan del Grande Fratello (quello del libro "1984" di Orwell, non il programma televisivo):

L'ignoranza è forza.

L'ignoranza non è forza, è senz'altro il modo migliore per governare i popoli, è sempre stato e sempre sarà così perciò, a mio parere, la crisi si vince solo con il Sapere, quello con la "S" maiuscola.
Ed è solo attraverso la Cultura ed il Sapere che si può creare nuovo lavoro per le nostre ormai decadenti nazioni.
E, per quanto riguarda la crisi, ce la stanno facendo apparie come il periodo più buio della storia, ma, chi conosce la Storia sa benissimo che i periodi di guerra sono stati periodi ben peggiori perciò, è vero, la crisi dell'economia c'è ed è un dato di fatto ma la crisi non deve autoalimentarsi ed essere il pretesto per non rimboccarsi tutti, nessuno escluso, le maniche.

Ad maiora
JECO digitale

 

lunedì 17 ottobre 2011

Esternalizzazione


Per pagar meno la produzione
ed abbassare il salario medio
è stato inventato un rimedio,
si chiama: Esternalizzazione.

Si aprono fabbriche a distanza
nei paesi emergenti amici
e da noi lasciano gli uffici
a far da rappresentanza.

Il risparmio è assicurato,
specie sulle risorse umane
ma, a processo terminato,

da vendere cosa ci resterà?
Per avere un grammo di pane,
daremo un kilo di libertà.


JECO digitale

domenica 16 ottobre 2011

IL 15° CENSIMENTO

Non sembra vero a nessuno
che già dieci anni son passati
da quando ci hanno intervistati
col censimento del duemilauno
ed oggi si ripresenta l'occasione
di un resoconto della popolazione.

Nell'era di internet e dei network sociali,
il questionario giunge tramite posta,
tutto ciò milioni di euro ci costa
perché si scelgono i mezzi tradizionali
e per la consegna faremo le code,
proprio come ai tempi di Erode.

- Chi siete? Quanti siete? Rispondete!
In che modo guadagnate il pane?
Cambiereste lavoro entro due settimane?
E, in casa, quanti gabinetti avete? -
Saper certe abitudini sarà utile, può darsi,
ma altre, dico io: - son domande da farsi? -

Eppure, l'Europa ce lo impone,
al di là di ogni singolo parere,
nel bel paese, si vuol sapere,
come stanno davvero le persone.
E, se ci troveranno crollati giù,
allora, non ci conteranno più

JECO digitale


poesia scritta per questa sfida letteraria

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs 1955 - 2011


‎"Pensare differente" 
è quantomai attuale, 
è tanta ormai la gente 
che così la pensa uguale.


Oggi è una data importante per la tecnologia. Il mondo ha perso il suo Guru, l'uomo che ha saputo trasformare l'innovazione in una vera e propria filosofia e c'è chi parla addirittura di religione.
Personalmente resto sempre affascinato di fronte ad un iPad e più volte sono stato sul punto di comprarlo ma non l'ho mai fatto.
Il costo ha influito ma c'è dell'altro.
Steve Jobs ha saputo creare un bisogno latente di tecnologia nella gente attraverso dispositivi facili da usare, capaci di poter essere usufruiti da chiunque ed in ogni luogo. Su questo bisogna dargli merito.
La sua vicenda personale, poi, raccontata nell'ormai celeberrimo discorso all'università di Stanford, è una storia bellissima e, se volete, molto americana.
Personalmente però, non ho mai condiviso la filosofia della Apple.
Negli anni 80 si proponeva come qualcosa di diverso capace di rompere gli schemi delle mode di massa, oggi invece la moda di massa è diventata la Apple, una moda poco aperta ad interagire con altri che la pensano in modo differente (parlo degli altri dispositivi) e desiderosa di creare un proprio mondo, una propria nuvola all'interno della rete in cui vivere senza scambi con "i diversi".
Non è un caso, infatti, che l'iPad non abbia una porta USB universale.
La Apple ha saputo creare il suo sistema, renderlo nuovo, accattivante nel design ma esso resta pur sempre un sistema troppo chiuso a mio parere.
Magari però Steve Jobs ci ha visto giusto e la gente, per un bel design e per essere trendy, sarà disposta, oggi come in futuro, a mettersi in un gabbia dorata e sentirsi appagata.
Una tecnologia chiusa significa che la conoscenza di cosa c'è dietro la rete ed i computer, diventerà qualcosa di elitario, le persone useranno i contenuti senza sapere cosa sta, in realtà, succedendo dietro lo schermo. Se ciò dovesse accadere, saremo in futuro sempre più sotto controllo perché sempre più ignoranti.
A me tutto ciò fa paura ma, in ogni caso, mi mancherai.
Addio Steve Jobs, l'inventore de i-Sogni.

JECO digitale



Steve Jobs 1955 - 2011

lunedì 22 agosto 2011

Google+ vs Facebook ... c'è ancora tanto da fare

Oggi mi va di fare una considerazione dopo aver letto un post sulla crescita di Google+ rispetto a quella che ebbero Facebook e Twitter a loro tempo. In pratica, si mostra che Google+ in pochi giorni ha raggiunto lo stesso numero di utenti che FB ha ottenuto dopo mesi di attività.

Qualche tempo fa mi lamentavo del fatto che FB non mi stava dando più stimoli e che stavo aspettando una nuova rivoluzione, ma, se per molti Google+ ha forse rappresentato questa rivoluzione, per il sottoscritto non è stato così.
Certo, Google+ si è fatto subito percepire come un social network più di nicchia che riflette meglio il paradigma del mondo reale con le sue cerchie di conoscenti eppure, dopo aver postato il mio primo messaggio su Google+ e catalogato nelle liste i miei contatti Gmail, non l'ho più toccato ed ho continuato a guardare FB.
Mi sono chiesto quindi: Perché?

I motivi che mi sono dato sono i seguenti:
1) I miei contatti Gmail sono solo una piccola parte dei miei contati FB e tutti loro hanno, tra l'altro, anche un profilo FB.
2) Forse è proprio l'essere troppo di nicchia e più "serioso" rispetto a FB, in un certo senso, mi inibisce.

Ne ho dedotto quindi che la forza di un social network non può essere quantificata solo in base al numero dei suoi iscritti ma anche in base alla facilità/possibilità/velocità che tra di essi si generi uno scambio di informazioni e su questo FB detiene ancora il potere secondo me.

Google+ ha rivoluzionato la nostra vita tanto da non poterne più fare a meno come è successo con FB? Per ora no, ha di certo molta strada da fare al di là di quanti utenti ancora si iscriveranno per provare le sue cerchie e poi non usarle.

Ad maiora,
JECO digitale

venerdì 1 luglio 2011

Il paradigma dell'ebook store del futuro

Il business degli ebook in Italia stenta a decollare, perché? La risposta è certamente complessa e di sicuro coinvolge le grandi case editrici che non vogliono perdere il loro mercato consolidato da anni.
A mio avviso gli ebook prenderanno piede in Italia solo se saranno in grado di farsi percepire dagli utenti come un qualcosa di diverso rispetto al libro cartaceo ma, soprattutto, se l'esperienza di lettura diventerà realmente collettiva ovvero sempre più social (termine largamente abusato di questi periodi).
Partiamo dal presupposto che chi vuol fare business con i contenuti su Internet è sulla strada sbagliata.
Oggi sappiamo che si è disposti a pagare su Internet non tanto per avere contenuti, ma per usufruire di servizi o per avere beni materiali a prezzi scontati.
Il bene digitale, quale può essere un ebook, non è considerato dalla maggior parte delle persone un bene per cui si è disposti a pagare a meno che... a meno che non entri in gioco l'effetto per il quale il tempo impiegato per reperire il bene sotto banco, venga percepito dal consumatore come uno sforzo maggiore piuttosto che il suo acquisto legale. Insomma, se l'ebook costa poco, mi interessa e lo posso avere in un click, non sto lì a perdere tempo!
Infine ci vogliono i numeri, il margine di guadagno si ottiene solo se i consumatori sono tanti. Non bastano quindi i soli cosiddetti "lettori forti" a fare il mercato, serve che anche chi non è abituato a leggere, venga coinvolto nel processo e si trasformi in lettore. La vera sfida secondo me è questa.
Tutto ciò per anticiparvi la mia idea di store online del futuro per quel che concerne il business degli ebook.





  • All'inizio è gratis - A meno che non stiamo parlando di un autore che abbia già un suo pubblico, un ebook appena immesso sul mercato non ha alcun valore qualunque sia il suo contenuto. I primi N utenti devono poterlo scaricare senza costi ma solo facendo un "pagamento sociale" con un tweet, un post o un commento FB in cui viene detto il motivo che ha spinto il lettore al download in modo da creare rumors. Sulla pagina del download dovrà essere presente un contatore che dice qualcosa tipo: "Mancano solo tot download gratuiti per questo libro!" per spingere al download.



  • Più partecipi e più guadagni - Ad ogni utente che acquista un ebook verrà restituita una percentuale del valore del ebook acquistato attraverso "buoni per l'acquisto di altri ebook" per ogni suo feedback, recensione, link, commento, ecc. sull'ebook acquistato.

  • Il valore lo fa il mercato - Man mano che aumenta il numero degli utenti che scaricano l'ebook, l'ebook aumenta di prezzo fino ad un tetto max fissato ed, in ogni caso, nessun ebook deve costare più di un certo prezzo.



  • Consiglialo e fatti consigliare - Chi ha acquistato, deve avere la possibilità di consigliare l'ebook a qualcun altro che avrà a disposizione la visione online del contenuto dell'ebook per un tempo limitato.



  • Un piccolo grande regalo - Gli utenti che hanno già acquistato, devono poter ricomprare gli ebook a prezzi scontati per farne dei regali, magari personalizzati don dediche, immagini o altro.



  • Tempi di lettura brevi ma intensi - Gli ebook non devono essere brevi nei contenuti ma neanche lunghissimi. L'esperienza di lettura di un ebook deve consumarsi in un paio di giorni in media. E' sicuramente preferibile spezzare un ebook pieno di contenuti in due ebook più piccoli che costino la metà.



Tutto qua? Per ora sì.

Ad maiora.
JECO digitale

lunedì 13 giugno 2011

Ancora sul futuro dei social network

Ancora una volta, a distanza di più di un anno, mi trovo a meditare sul futuro dei social network e quindi, inevitabilmente, su Facebook.

Già da qualche mese ho notato che la mia attività giornaliera sul più popolare dei social network, rispetto a qualche anno fa è diminuita sensibilmente.

Leggendo questo articolo sembrerebbe che FB abbia raggiunto una saturazione nei paesi dove è già presente da tempo. In realtà ho notato che anche l'attività dei miei amici su FB è calata drasticamente.

Ma allora che sta succedendo?

Gli utenti hanno capito che:

  • mantenere contatti con tutte le persone del nostro passato è, la maggior parte delle volte, troppo difficile e spesso neanche tanto stimolante;
  • avere tanti amici su FB non è un indice di quelli che si hanno nella vita reale;
  • a fare gli esibizionisti su FB son bravi tutti ma, quel che più conta, non interessa quasi a nessuno;
  • la maggior parte di ciò che si scrive o passa su FB è pura inutilità;
  • corriamo grossi pericoli a rendere pubblica la nostra vita su FB e la privacy è importante;
  • i profili sono una miniera di informazioni per carpire informazioni su chi siamo noi e chi sono gli altri;
  • tutte le info che carichiamo e scriviamo non sono più di nostra proprietà e sono utilizzate a fini di lucro;
  • i nostri profili diventeranno le nostre lapidi online e resteranno indelebili su Internet per essere giudicati dai posteri.

Nonostante queste siano valide motivazioni per ridurre la propria attività su FB, non ritengo siano le cause della mia disaffezione a FB. C'è anche dell'altro: FB mi ha annoiato e sto aspettando un'altra rivoluzione.

So che più passa il tempo e più sarà difficile perché FB non è solo un social network, è diventato uno standard, troppo diffuso e pertanto duro da abbandonare anche per passare a social network migliori.

Allora mi son chiesto cosa renderebbe un social network più appetibile ai miei occhi.

Un social network che renda la mia vita davvero più appagante e che non me dia solo l'illusione.

Un social network che si innesti meglio nella vita reale insomma. Penso che i tempi siamo maturi affinché le nostre identità: reale e virtuale, siano solo due facce della stessa medaglia ovvero della stessa persona. Usare la rete per fingere chi non si è non porta lontano, lo dimostra il caso della blogger gay siriana Amina che si è scoperto, infine, essere un quarantenne americano.

Del resto, non dico nulla di nuovo se affermo che già nelle nostre vite reali spesso fingiamo di essere chi non siamo in realtà.

Ad maiora,

JECO digitale



giovedì 2 giugno 2011

Tempi che RIcorrono

Oggi, 2 giugno 2011, ricorre la Festa della Repubblica Italiana ovvero l'anniversario del referendum istituzionale che si tenne nel 1946 in cui gli italiani decisero che l'Italia non sarebbe più stata una monarchia ma una repubblica.
In realtà, quest'anno è anche un anno speciale perché ricorrono i 150 dell'unità d'Italia e quindi la festa ha una duplice valenza.
Ho pensato che, da parte mia, il miglior modo per festeggiare queste ricorrenze particolare legate all'Italia fosse quello di dare alla luce, o meglio, alla pubblicazione un nuovo ebook dal titolo:

Tempi che riCorrono

Dal titolo si capisce subito che questo nuovo ebook segue la scia ironico-umoristica del primo che ho pubblicato (Tempi che corrono). In esso vengono trattati argomenti di attualità generale, ma, soprattutto, ci sono molte considerazioni legate ai centocinquant'anni dell'Unità d'Italia.
A differenza del primo, tuttavia, questo ebook non contiene solo poesie ma anche un intero poema epicomico che vede un redivivo Garibaldi rispedito dal paradiso in terra a rifare l'Italia di oggi.
Sempre per restare in tema con i tempi che ricorrono, avrei voluto che il prezzo simbolico fosse 1.50 euro ma al mio editore Narcissus non piacciono proprio le cifre tonde perciò potete averlo per soli 1.49 euro, basta cliccare sulla bancarella qui sotto.
Hey, dico, ci state ancora pensando?! ;-)


Ad maiora,
JECO digitale



* I file epub sono leggibili attraverso eReader, iPad, smartphone o sul PC scaricando gratuitamente il programma Adobe Digital Editions

sabato 14 maggio 2011

Ambasciator non porta pena ma giubilo!

Qualche giorno fa lo staff di Simplicissimus Book Farm mi ha nominato Narcissus Ambassador per l'evento del Salone Internazionale del libro di Torino.

In pratica, la mia foto, la mia biografia ed il mio ebook "Tempi che corrono" pubblicato con il servizio di self-publishing Narcissus verranno proiettati su una pagina web presso lo stand di Ultima Books che si trova qui: PAD2-J126
Dopo la recensione pubblicata su Il Colophon, questa è stata un'altra bella sorpresa, nonché una splendida occasione di visibilità per il sottoscritto.
Anche se quest'anno non potrò essere fisicamente presente a Torino, ringrazio Marco Croella e tutto lo staff di Simplicissimus.

Insomma, ambasciator non porta pena ma giubilo! E se volete anche voi sorridere ed allo stesso tempo riflettere su quelli che sono i tempi che corrono, vi invito a dare un'occhiata al mio ebook.

Ad maiora,
JECO digitale




mercoledì 4 maggio 2011

Recensioni

Le recensioni fatte al proprio libro, specie quelle positive, sono sempre gradite.
In teoria anche quelle negative sono qualcosa di cui vantarsi perché significa che qualcuno ha avuto così a cuore il volerci comunicare che ciò che abbiamo scritto gli ha fatto schifo che lo dobbiamo comunque interpretare come una piccola vittoria perché abbiamo avuto la considerazione del lettore.

E' interessante tuttavia capire cosa sia arrivato agli altri di ciò che si è pensato di trasmettere.
La teoria della comunicazione classica spiega che in effetti il messaggio che si intende trasmettere arriva al ricevitore (in questo caso il lettore) distorto per i più disparati motivi che vengono indicati come: rumore.
Perciò, se il giudizio risulta positivo e vicino a quello che volevamo comunicare, è indice che abbiamo fatto un buon lavoro.

Il mio "Tempi che corrono" ha avuto un giudizio positivo dal critico Giorgio Barberi Squarotti che, dopo aver ricevuto il libro, tramite lettera scritta a mano si è espresso con queste parole:

La sua poesia è davvero singolare per l'originalità delle invenzioni ironiche e giocose e satiriche, con risultati egregi, come le storie della tartaruga, della gallina, del camaleonte, i cani giocatori e tanti altri testi ancora. E' un discorso sempre incisivo, che si apre con una presentazione favolistica per giungere al paradosso o al sarcasmo o al puro divertimento.

Ieri scopro che qualcun altro si è preso la briga di scrivere una recensione su "Tempi che corrono", questa volta non il libro cartaceo ma l'ebook pubblicato da Narcissus.
La recensione fatta al mio libro da Angelo Parisi su Colophon (Rivista di Letteratura per il XXI secolo) mi ha fatto davvero piacere perché chi l'ha scritta ha saputo cogliere in pieno ciò che volevo comunicare al lettore.
Vi invito a leggerla:

e, dopo averla letta, potete acquistare il mio ebook per soli 1.99 euro usando direttamente la bancarella qui sotto al post, in modo da avere "Tempi che corrono" sempre sul vostro Tablet, Smartphone, eReader o PC ;-)

Ad maiora,
JECO digitale



sabato 16 aprile 2011

"Sì" può

Con le donne da secoli il concetto
è che quando dicon "No" è "Sì".
E' sempre stato e sempre sarà così,
non c'è bisogno di farci un sonetto.

Al contrario, un referendum popolare
in cui se scrivi "Sì" invece è "No",
è un rischio perché chiunque può
sbagliare e così lasciarsi abbindolare.

Tutto sembra proprio fatto apposta,
del resto non è una grande novità,
la politica spesso ha la faccia tosta

di stabilire che sia arrivato il dì
in cui il popolo non abbia dignità,
ma se non sei d'accordo dici: "Sì".

JECO digitale


domenica 10 aprile 2011

Con la testa fra le nuvole

Il termine "Cloud" sta diventando sempre più in voga per chi si occupa di tecnologia. "Cloud" significa letteralmente "Nuvola" ed è con questo termine che si indica l'insieme dei servizi, applicazioni e dati che risiedono in Internet ovvero delocalizzati chissà dove nella rete delle reti ma che a noi appaiono disponibili come se ce li avessimo fisicamente sui nostri computer.

Dando un'occhiata al notebook col prototipo del nuovo sistema operativo di Google (Cr-48 Chrome) ed all'i-pad della Apple, questa sembra la tendenza del momento; anche la Microsoft, dapprima restia a questo genere di filosofia, si sta muovendo in questa direzione.

Ma avere i propri dati importanti memorizzati in rete potrebbe creare problemi di Privacy, problemi di spionaggio industriale, problemi di censura e distruzione dei dati scomodi o informazioni che non si vogliono diffondere.
Infine, problemi legati al fatto che se per qualche evento succedesse che i server che contengono i nostri dati si spegnessero, non li avremmo più disponibili poiché la custodia di essi non è più a carico nostro.
Perciò, ben venga l'innovazione, ma non bisogna avere la testa fra le nuvole, è bene che la coscienza di quanto sta accadendo ci sia sempre tra gli utenti.
In Internet non si è anonimi, specie se siamo noi stessi ad inserire i nostri dati, e la nostra attività è memorizzata, letta e sfruttata, ipoteticamente anche da malintenzionati.

Ad maiora,
JECO digitale


martedì 8 marzo 2011

eBook, nuovi pensieri e teorie

E' dalla fine del 2010 che si stanno susseguendo dibattiti ed eventi relativi al futuro dei libri, in particolare relativi agli ebook.
L'iniziale diatriba: “è meglio il libro di carta o l'ebook?” attualmente è stata superata poiché si è capito che sono due esperienze di lettura diverse, non necessariamente in competizione fra di loro.
La visione futurista che vede i libri di carta soccombere di fronte ai libri elettronici, in realtà, è solo propaganda del terrore per gli editori italiani che ancora non sono convinti se sia il momento giusto per investire sul nuovo.
Chi vorrebbe una maggiore diffusione degli ebook sostiene la tesi che, con essi, l'esperienza di lettura cambia diventando sempre più social, ovvero la lettura diventa qualcosa da condividere e da discutere in community.
Migliora inoltre con gli ebook la facilità di reperire titoli, il prezzo dei libri si riduce ed aumenta sempre di più la possibilità di inserire in essi contenuti multimediali (specie con il nuovo formato epub3), cosa che li rende pertanto oggetti sempre più vicini ad un sito web e lontani dal normale libro di carta.
Pochi però si sono fatti questa domanda:


Se è vero che cambia l'esperienza di lettura, come deve cambiare con gli ebook la scrittura?


Attualmente ci si limita a trasportare i contenuti dal cartaceo all'ebook ma questo è solo un primissimo passo.
Personalmente credo che ci voglia una scrittura ebook-oriented, scrittori in grado di scrivere pensando già all'ebook e strumenti software che siano diversi da applicativi come "Word" (che è senz’altro print-oriented) e che siano più simili ai text-editor dei blog.
I normali editor non vanno più bene, lo scrittore di ebook deve dotarsi di strumenti diversi, oltre che di idee innovative ovviamente.
Andando invece alla questione della morte annunciata del cartaceo, posso dire che, a mio avviso, i libri di carta non moriranno ma si stamperà con più parsimonia, nel senso che in futuro si stamperanno solo gli ebook che riterremo davvero importanti.
Sempre più diffuse saranno le stampanti che permettono di realizzare anche una sola copia del libro, già oggi i POD stanno avendo un ottimo successo, specie presso i self-publishers.
La presenza di questo tipo di macchine me la immagino nelle librerie fisiche che offriranno agli acquirenti questo tipo di servizio e diverranno sempre più un luogo di discussione ed incontro trasformandosi da vetrine di libri in vetrine di autori ed eventi associati ai libri.
Infine, se gli ebook non decollano, è perché la rivoluzione non parte dal basso, ovvero da chi legge che continua a preferire il libro di carta non percependo sufficiente valore aggiunto negli ebook e lasciandosi scoraggiare dai prezzi dei tablet/e-reader che sono ancora troppo alti.
Il valore aggiunto lo faranno i contenuti ma soprattutto i servizi che ruoteranno attorno agli ebook, servizi che sono tutti ancora da sperimentare e da inventare.
E' stupido pensare che bisogna limitarsi semplicemente a copiare quanto già fatto per il mercato americano quando il futuro dell'ebook è ancora (ed è proprio il caso di dirlo) tutto da scrivere.

Ad maiora,
JECO digitale

Il sosia d'oltremare

Pur di sottrarsi alla rivolta popolare,
un dittatore fece al chirurgo estetico:
- Fammi tale e quale a quel politico
del bel paese che sta aldilà del mare.

- Se fuggo lì, la mia salvezza è sicura.
- pensò tra sé e sé, finito l'intervento -
avrò l'impunità sul mio comportamento,
se passa la riforma della magistratura!

JECO digitale

giovedì 3 marzo 2011

Fantocci parlanti

Alcune persone del carroccio,
rinnegando l'unità nazionale,
stavano bruciando un fantoccio
avente la sagoma del Generale

e tra il baccano e lo schiamazzo,
trovandolo davvero eccitante,
se la prendevano con quel pupazzo
chiamandolo bandito e brigante.

Quand'ecco che ad un tratto, per magia,
la sagoma dell'eroe dei due mondi prende vita
e tutti gli altri spaventati fuggono via,

in ogni direzione, andando il più possibile lontano.
Il Generale gridando a quella folla impaurita:
- E voi sareste gli eredi di Alberto da Giussano?

JECO digitale

Poesia è ispirata a questi fatti.


mercoledì 2 marzo 2011

La fine più degna

Alcuni topolini si erano ribellati
alle tante angherie di un gatto
che al sicuro nel suo anfratto,
giurava li avrebbe schiacciati

perché per i topi la natura insegna,
che questa sia la fine più degna.

Tuttavia, quei topolini in rivolta
che non accettavano l'atroce destino,
risposero a tono al gatto assassino:
- La situazione in realtà è capovolta!

Nel tuo nascondiglio, per ogni misfatto,
sarai tu che farai la fine del ratto!

JECO digitale

sabato 26 febbraio 2011

O LA BORSA O.

Ti bastava vederne una per strada
per capire se era originale Prada.
Mi dicevi: "E' questione di Bon ton
aver con sé una vera Louis Vuitton"

Visti i prezzi, pensavo ad una burla
mentre osservavo la vetrina di Furla
e con i tuoi "amore" e "pucci pucci"
mi chiedevi di comprartene una Gucci.

Il mondo mi sembrava non avesse più confini,
quando tu me li indicavi su un'Alviero Martini
ed il merito è tutto tuo, ne prendo atto,
se ora riconosco un marchio contraffatto.

Un bacio mi hai dato ma a nulla è valso:
io l'ho catalogato subito come un falso.

JECO digitale



Il 2 marzo 2011 questa poesia è stata segnalata dagli utenti del piccolo salotto letterario "http://www.altramusa.com". E' stata una bella soddisfazione.


martedì 22 febbraio 2011

Considerazioni varie

In questi giorni avrei voluto scrivere che:

Per la giornata del 14/2/2011 sono finito sul corriere della sera per un'iniziativa di lettura.

Domenica sono stato al BUK a Modena, ovvero la fiera della piccola e media editoria che si è svolta nelle giornate del 19 e 20 febbraio.
Mi è piaciuta molto, ci si rende subito conto di quante piccolissime case editrici esistano in Italia e di come esse cerchino di ritagliarsi un posto nel difficile mercato del libro.
Chi vuole trovare cose davvero alternative da leggere non può perdere questo tipo di eventi.
Io ho comprato tre libri e sono stato felice dei miei acquisti.

Mi ha colpito il fatto che FB è stato utilizzato per coordinare le rivolte in medio-oriente mentre in Italia rimane uno strumento di intrattenimento che, tra l'altro, ha anche un po' stufato.
Impressionante come oramai l'informazione riesca a sfuggire ai controlli per giungere all'esterno e mostrare cosa davvero succede.
Cosa accadrà? Quale sarà l'assetto mondiale futuro? Chissà.

... ma non ho avuto tempo, i tempi corrono davvero.

Ad maiora,
JECO digitale


lunedì 14 febbraio 2011

La risposta di Trilussa al Belli

Lo sapevate? Anche Trilussa è resuscitato ed ha risposto al suo maestro Giuseppe Gioacchino Belli! ;-)
Il Belli era da poco tornato in vita facendo circolare in rete il suo sonetto "A noi ce sarveranno le mignotte" che potete leggere qui.
Ecco dunque la risposta di Trilussa:

ER MIRACOLO

Ormai è chiaro a tutt'er monno
ch'er ber paese è sprofonnato
e mo' se trova in uno stato
che se può solo arzà dar fonno.

Un miracolo serve a sta nazione
ma non er solito miracolo itajiano
dove li potenti se strigneno la mano
pe' nasconne la reale corruzione.

Ce vo' uno sforzo tutti quanti
per uscì adesso da st'impasse
e nun ce so' Madonne e santi,

potemo contà sortanto su noi stessi
e da chi promette: - meno tasse -
nun se famo più prendere ppe' fessi!

C. A. S.

domenica 13 febbraio 2011

Chi è l'autore del sonetto attribuito al Belli?

Gira in rete, in questi giorni, una poesia che le persone poco attente hanno attribuito al poeta romanesco Giuseppe Gioacchino Belli (1791 – 1863) dandogli l'appellativo di "profeta".
La poesia in questione è questa:

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la Madonna

Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi

Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse

Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte.

Nonostante sia carina ed esprima la situazione politica italiana attuale, è indubbiamente un falso. Lo si capisce sia dal linguaggio (il Belli non scriverebbe mai "i mezzi", semmai "li mezzi"), sia per i contenuti (all'epoca del Belli non esisteva l'Italia ma lo stato pontificio).
Sorrido all'idea che, quasi come è stato narrato nella leggenda di Zorro, qualcuno colga l'eredità di un poeta e lo faccia rivivere trasformandolo in leggenda appunto.
E' interessante comunque vedere come una poesia satirica faccia il giro della rete rimbalzando di blog in forum, da sito ad email.
E' forse la dimostrazione di come, in realtà, le persone non hanno smesso di voler sentire dei poeti che parlino con la voce del popolo, che dicano le cose come stanno, che denuncino la corruzione e i vizi dei tempi che corrono.

Resta dunque da chiedersi: chi sarà mai l'autore misterioso che si cela dietro questo sonetto? ;-)

Chissà se costui verrà allo scoperto, nel frattempo, se siete interessati a questo tipo di satira, per soli 1.99 euro potete scaricarvi questo eBook.

Ad maiora,
JECO digitale


lunedì 7 febbraio 2011

L'eBook dell'Iliade di Omero in versione ePub

Voglio fare un regalo poetico a tutti quelli che passeranno da queste pagine.
Da bravo artigiano dell'ePub, ho creato un ebook che contiene l'intera Iliade tradotta dallo scrittore e poeta Vincenzo Monti.

Per chi non sapesse cosa sia un ePub, potete leggere questo mio post al riguardo, in ogni caso, per dirla breve, ho creato un libro elettronico contenente il testo dell'Iliade per tutti coloro i quali volessero tenere a portata di click, nella loro libreria digitale, uno dei capisaldi di tutta la letteratura classica.

Il motivo? L'ho fatto con l'auspicio che la tecnologia possa essere usata per preservare e diffondere la cultura.
L'Iliade è una storia antichissima che contiene in sé molte delle passioni dell'animo umano, ha saputo attraversare i millenni per giungere fino a noi e spero che possa resistere ancora a lungo al passare dei secoli, magari aiutata dalle nuove tecnologie, perciò, chiunque possa essere interessato a conservare una copia dell'Iliade nella sua biblioteca digitale, la può scaricare gratuitamente facendo:
tasto destro del mouse + salva con nome ... da questo link:


Lo zip contiene il file ePub che può essere letto dalla maggior parte degli eBook reader presenti sul mercato. Se non avete un eBook reader potete comunque leggere il libro sul vostro PC, basta istallare il software gratuito Adobe Digital Editions.

Ad maiora,
JECO digitale


domenica 30 gennaio 2011

Editoria del futuro

Qualche giorno fa, il 24/01/2011, vicino Bologna, si è tenuto un incontro presso la Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno (BO) per parlare del futuro dell'Editoria.
Non ho potuto partecipare perché i posti erano limitati e l'evento ha registrato in poco tempo un bel "tutto esaurito".
Sulla stampa e su Internet, ho letto che si è parlato di diversi temi quali:
  • Com'è cambiato il rapporto tra autori ed editori con l'avvento degli eBook;
  • Distribuzione e diritto d'autore: Piattaforma di distribuzione Stealth e DRM (Digital Rights Management) ovvero le protezioni per evitare il fenomeno della pirateria con gli ebook che però risultano poco efficaci;
  • Editoria ed Educational: L'editoria digitale nelle scuole e nelle università è una grande opportunità di business.
Quest'anno, parecchi saranno gli incontri dedicati a queste tematiche. Ad esempio, a Marzo 2011, alla fiera di Rimini si terrà l'evento Ebook Italia Lab con tre giornate (3,4,5/marzo) piene di discussioni fatte da esperti del settore.

Parlando da profano, credo che l'editoria italiana nel suo reinventarsi attraverso le nuove potenzialità che offrono Internet e gli ebook, non potrà prescindere dal fatto che dovrà necessariamente cambiare.
Questi, a mio avviso, sono alcuni dei fattori che giocheranno in futuro un ruolo fondamentale per l'editoria:
  • Tempi di reazione più rapidi: In un mondo così rapido e veloce, l'editore del futuro non si potrà più permettere il lusso di avere dei tempi dell'ordine dei mesi.
  • Fare Community: Un editore del futuro dovrà trasformare la lettura, facendola diventare qualcosa di "sociale", creando momenti di discussione e dibattiti promozionali in rete per riunire gruppi di lettori.
  • Fornire servizi: Un editore del futuro, oltre a vendere contenuti, dovrà anche e soprattutto fornire servizi legati ai contenuti che vende.
  • Selezione dei contenuti: Tutti potranno pubblicare eBook, è vero, ma bisognerà inventarsi una strategia di feedback per cui i contenuti che non hanno un ritorno, non si mischino con quelli più richiesti generando solo rumore: un editore dovrà badare alla qualità dei suoi contenuti per avere credibilità.
  • Rivedere le posizioni sul diritto d'autore: L'utente dovrà preferire l'acquisto legale a quello illegale percependone un ulteriore beneficio (ad es. i servizi che l'editore offre) e non ci dovranno essere limitazioni troppo restrittive su quanto l'utente ha acquistato legalmente.
  • Avvicinare le persone alla lettura: L'editore del futuro, proprio grazie alle nuove tecnologie, ha la possibilità di parlare molto di più alle nuove generazioni ed ha la possibilità di avvicinare quanti più lettori alla lettura. Così i lettori si tramuteranno in clienti ed i clienti in profitti.
Infine, un'ultima considerazione.
Molti parlano di futuro dell'editoria vedendo l'eBook come l'evoluzione digitale del libro cartaceo, il realtà l'eBook è di più: è l'evoluzione del modo in cui si legge.

Ad maiora,
JECO digitale



mercoledì 26 gennaio 2011

Su Anobii e Goodreads

Ieri mi sono iscritto ad entrambi i principali social network dedicati ai libri: Anobii e Goodreads.
Anobii è quello più conosciuto ed è anche quello dove si trovano più lettori e libri italiani.
Gooreads è il nuovo che avanza ed ha una grafica più essenziale.
Quest'ultimo è sicuramente maggiormente dedicato ai lettori ed ai libri in lingua inglese. Ha tuttavia dei gruppi molto attivi in lingua italiana.
In entrambi i social network, ogni utente può ricercare libri, autori, inserire titoli nella propria libreria, esprimere giudizi, creare gruppi di discussione o agganciarsi a gruppi già esistenti.

Questo perché leggere non è solo avere davanti agli occhi un libro(o un eBook) ovvero qualcosa che coinvolga il solo lettore, leggere è anche qualcosa di sociale, uno scambio di esperienze, opinioni e di idee.

Adesso è sicuramente troppo presto per dare un'opinione in merito, ma, chi vuole contattarmi, ora lo può fare anche attraverso questi due siti cercandomi come "Jeco".

Ad maiora.
JECO digitale


domenica 23 gennaio 2011

Che bella giornata vs Qualunquemente

In questo blog, prima d'ora, non si era mai parlato di Cinema ma l'aver visto a distanza ravvicinata i due film del momento: quello di Checco Zalone (Che bella giornata) e quello di Antonio Albanese (Qualunquemente), mi porta a fare alcune considerazioni sui tempi che corrono.
Ho letto che "Che bella giornata" ha incassato in pochi giorni più di Avatar ma il fatto che un film incassi non è il solo parametro su cui basarsi per dare un giudizio.
A mio avviso, è più importante il fatto che questo film sia riuscito a trattare con ironia tematiche molto difficili.
Molti lo hanno preferito a "Qualunquemente" di Antonio Albanese, secondo me, per vari motivi:
  • Ha dei tempi comici più rapidi e si ride più "di pancia" anziché "di testa" ovvero per le situazioni che si vengono a creare e non solo per le battute. Lo spettatore non ha da sforzarsi a capire battute, doppi sensi e riferimenti poiché gli vengono serviti su un piatto d'argento e sono fruibili a tutti, dal coatto all'intellettuale;
  • La comicità dissacrante di Checco Zalone in un film è poi "la novità" del momento;
  • Infine, tratta tematiche nuove e difficili e poi alla fine c'è, come tema centrale, anche la storia d'amore che in un film di successo non guasta mai.
Io però non svaluterei il film di Albanese. Tratta tematiche diverse e forse, se fosse uscito un anno fa, sarebbe stato meglio visto che oramai siamo pressoché abituati agli scandali legati a fatti quali: il sesso (ù pilu) legato alla politica, l'arroganza, l'atteggiamento mafioso, ecc.

Entrambi i film tuttavia accentuano il tema dell'ignoranza, dipingendo l'Italia come una nazione dove il livello culturale è alquanto basso, dove conta solo ciò che possiedi, dove la corruzione, l'egoismo, l'opportunismo e l'arrivismo (ora mi sembra di parlare come Nichi Vendola) ne fanno da padroni e muovono tutto.

Insomma, posso dire che, sul momento, il film di Zalone mi è piaciuto più ma che, riflettendo, il film di Albanese mi ha lasciato di più, soprattutto la voglia di provare a fare qualcosa per cambiare questo paese, almeno nel mio piccolo.

Ad maiora
JECO digitale







domenica 16 gennaio 2011

Tempi corrono su eBooKingdom

Da qualche giorno "Tempi che corrono" è stato segnalato su eBooKingdom, un noto portale degli eBook.
Questa è sicuramente una bella notizia e rappresenta un'ottima opportunità per dare ulteriore visibilità all'eBook di "Tempi che corrono", pubblicato su SBF Narcissus ed in vendita qui.

Potete leggere tutte le informazioni al riguardo a questo link:


Ad maiora.
JECO digitale

mercoledì 12 gennaio 2011

Concorsi letterari seri e non

Non è facile. Trovare un buon concorso letterario è un'impresa ardua e può essere davvero complicato per un giovane scrittore orientarsi nella fitta giungla dei bandi dei concorsi letterari in rete.
Numerose sono poi le trappole e le insidie che si presentano. I sogni di gloria promessi, il più delle volte sono solo un modo velato per spillarti soldi perciò proverò a fare qualche considerazione in merito.

Prima ancora di leggere le limitazioni imposte dal bando del concorso, innanzi tutto, è bene chiedersi quale categoria di genere è ammessa dal concorso ovvero:
  • E' un concorso per opere di prosa, di poesia o per entrambe?
A me, il più delle volte, interessano quelli appartenenti alla Poesia e gli altri li scarto automaticamente.
L'ulteriore distinzione che poi, personalmente, faccio è la seguente:
  • E' un concorso a pagamento o senza contributo (gratis)?
Sarà un mio limite ma, per principio, non partecipo ad un concorso che richieda una quota d'iscrizione. Può anche darsi che la quota sia legittima e serva a coprire delle spese di organizzazione ma, con i tempi che corrono, non mi fido ed immagino sempre che ci sia alle spalle solo il tentativo di lucrare sulle speranze di successo di giovani polli da spennare visto che alcuni di questi concorsi arrivano a costare anche 25 euro.

Altra questione importante è:
  • Che si vince?
I premi possono essere di varia natura: Soldi, Pubblicazione, Notorietà, Targhe ed attestati.
Questi ultimi, credo che siano fini a sé stessi e non siano un buon premio.
La Notorietà, invece, specie per un autore sconosciuto, può essere il premio migliore.
Poi c'è la pubblicazione che (si spera) non sia con contributo da parte dell'autore altrimenti l'intero concorso è solo una farsa organizzata spesso proprio dalla stessa casa editrice che vuole pubblicare l'opera vincitrice.
C'è poi la questione delle Raccolte antologiche e poetiche. Molte volte capita di leggere in concorsi anche gratuiti: "i migliori testi in gara verranno inseriti in una raccolta antologica... bla bla bla... acquistabile presso...".
Gli autori premiati (più sono e meglio è), pur di far vedere ad altri il proprio nome stampato, compreranno una o più copie dell'antologia e l'editore avrà trovato così i propri polli da spennare.
Nei concorsi seri, ai vincitori almeno una copia dell'antologia è data gratuitamente!
Questo tipo di concorsi trappola spesso sono riconoscibili dal fatto che hanno una cadenza mensile e la modalità di invio dei testi in gara vine fatta tramite email per avere il numero maggiore di partecipanti.
Il premio in soldi nei concorsi letterari è raro ma c'è in qualche caso. Sebbene possa essere gratificante guadagnare del denaro con la scrittura penso che per uno scrittore alle prime armi sia molto più gratificante un po' di notorietà ed un applauso fatto da persone che non sono solo amici e parenti.

Altra questione riguarda l'autorevolezza del concorso a cui si partecipa.
  • E' un concorso serio ed autorevole?
Partecipare al "Concorso di poesia della cittadella di ... nei pressi del piccolo borgo ... organizzato dagli amici della parrocchia di San ... " che senso ha?
A parte che le probabilità che il vincitore sia già stabilito sono molto alte, è importante che la commissione che esaminerà i testi sia autorevole nell'ambito della letteratura altrimenti avremo fatto giudicare le nostre parole a gente non competente.

Altro argomento fondamentale:
  • Il tema del concorso è consono al proprio modo di scrivere?
Ad esempio, per me che scrivo poesia satirica, non ha senso partecipare a concorsi di poesia religiosa. Poi, se ci si vuole cimentare con qualcosa di diverso, è un altro paio di maniche.

In conclusione:
  • E' bene leggere sempre attentamente il bando del concorso e fare sempre una selezione accurata dei concorsi letterari a cui partecipare documentandosi in Internet su chi sono gli organizzatori e che reputazione hanno.
Penso di aver scritto abbastanza per oggi.

Ad maiora.
JECO digitale


giovedì 6 gennaio 2011

Tempi che corrono diventa un eBook

Da oggi "Tempi che corrono" è in vendita ad un prezzo irrisorio anche in formato elettronico (ePub) attraverso lo store online dell'editore SBF Narcissus ovvero attraverso il seguente link:


Questo rappresenta sicuramente un'opportunità in più per il sottoscritto per farsi leggere e conoscere, nonché per toccare con mano le reali potenzialità degli eBook che ho descritto in dettaglio qui.

Ad maiora.
JECO digitale

lunedì 3 gennaio 2011

Tempi che corrono sul TGR Basilicata

Oggi sul TG Regione Basilicata è andato in onda un servizio condotto dal giornalista RAI Rocco De Rosa, il quale mi ha intervistato facendomi leggere una poesia e chiedendomi di parlare un po' del mio libro "Tempi che corrono" in cui si fondono umanesimo e tecnologia.
Questo è il testo dell'intervento:

Rocco De Rosa: Quasi alla maniera di Trilussa ma con ben altro spirito, l'ingegnere Ielpo, che preferisce chiamarsi JECO, affida ai suoi versi una funzione di analisi e di critica della società. Tempi che corrono è una divertente raccolta di poesie che sta ottenendo un buon successo soprattutto a Bologna e a Milano.
Un libro ironico, un libro di poesie che dice tante cose.
Jeco: Sì, un libro nato dall'osservazione di quello che mi circonda e di quelli che sono i tempi attuali ovvero: i tempi che corrono. Un libro pieno di ironia per raccontare fatti reali, fatti concreti, e per dare al lettore spunti per riflettere.

Finire un po' sotto i riflettori, è stata una bella esperienza. Spero che questo servizio possa quindi diffondere ulteriormente "Tempi che corrono" che, in Basilicata, è possibile richiedere qui:

Via Pretoria N° 212
85100 Potenza (Pz)
Tel/Fax. 0971.21709

oppure scrivendomi direttamente all'indirizzo email: jeco.digitale (at) gmail.com

Ad maiora.
JECO digitale


E' possibile ascoltare l'intervista cliccando qui.

L'anno che si è chiuso e quello che è arrivato

L'anno che si è chiuso è stato un anno ricco di avvenimenti per il sottoscritto e pieno di soddisfazioni personali legate al mio libro "Tempi che corrono".
Ho ricevuto apprezzamenti positivi da tutte le persone che l'hanno letto e molte sono state le occasioni che ho avuto per poter recitare in pubblico, ad alta voce, le mie poesie:
  • sono stato due volte a Casa Carducci a Bologna;
  • sempre a Bologna, alla libreria Coop Ambasciatori è stata letta una mia poesia in occasione della settimana del saluto;
  • a Mantova, durante il Festivaletteratura 2010, ho avuto modo di leggere molte poesie del mio libro;
  • sono arrivato IV al concorso "Coop for words" ed il 16 ottobre 2010 c'è stata la lettura alla Biblioteca Zambeccari della poesia vincitrice per l'evento "Ad alta voce".
Il 2011 è iniziato benissimo: con un'intervista alla RAI. Scriverò tutti i dettagli appena verrà messa in onda.
Qui sotto il video di quella che è stata la mia esibizione durante la manifestazione "Ad alta voce".

Ad maiora,
JECO digitale