domenica 13 febbraio 2011

Chi è l'autore del sonetto attribuito al Belli?

Gira in rete, in questi giorni, una poesia che le persone poco attente hanno attribuito al poeta romanesco Giuseppe Gioacchino Belli (1791 – 1863) dandogli l'appellativo di "profeta".
La poesia in questione è questa:

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la Madonna

Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi

Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse

Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte.

Nonostante sia carina ed esprima la situazione politica italiana attuale, è indubbiamente un falso. Lo si capisce sia dal linguaggio (il Belli non scriverebbe mai "i mezzi", semmai "li mezzi"), sia per i contenuti (all'epoca del Belli non esisteva l'Italia ma lo stato pontificio).
Sorrido all'idea che, quasi come è stato narrato nella leggenda di Zorro, qualcuno colga l'eredità di un poeta e lo faccia rivivere trasformandolo in leggenda appunto.
E' interessante comunque vedere come una poesia satirica faccia il giro della rete rimbalzando di blog in forum, da sito ad email.
E' forse la dimostrazione di come, in realtà, le persone non hanno smesso di voler sentire dei poeti che parlino con la voce del popolo, che dicano le cose come stanno, che denuncino la corruzione e i vizi dei tempi che corrono.

Resta dunque da chiedersi: chi sarà mai l'autore misterioso che si cela dietro questo sonetto? ;-)

Chissà se costui verrà allo scoperto, nel frattempo, se siete interessati a questo tipo di satira, per soli 1.99 euro potete scaricarvi questo eBook.

Ad maiora,
JECO digitale


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