mercoledì 24 marzo 2010

I Social Network del futuro

Ogni volta che una moda legata ad una tecnologia prende il sopravvento, a volte ci si chiede: “Che verrà dopo?

Oggi infatti i Social Network vanno molto di moda ma chissà se lo saranno anche in futuro e/o come cambieranno.

Non essere un “nativo digitale” mi ha dato la possibilità di vedere nascere dal nulla alcuni fenomeni socio-culturali legati ad Internet.

Nel 1994 eravamo in pochissimi ad avere un abbonamento ad Internet in Italia, i miei amici del liceo nel 1995 non avevano neanche idea di cosa fosse Internet ma alla fine degli anni 90 eravamo tutti nelle chat fornite dai vari portali a parlare con sconosciuti/e ed incominciavamo spesso le discussioni con la fatidica frase: “da dv dgt?” o anche “M/F?”.

Una volta che le nostre parole avevano fatto breccia nel cuore dell’altro/a, ci inviavamo le nostre foto migliori scannerizzate perché le macchine fotografiche digitali ancora non erano così diffuse.

Poi è stata l’epoca delle personal page, con le varie sezioni tra cui le immancabili “Chi sono” e “Contattami” in cui ci si poteva spedire una mail.

Nei primi anni del 2000, però, ci fu in Italia la rivoluzione legata al web 2.0 ed il più delle volte avevamo un blog su cui scrivevamo la nostra vita, la nostra quotidianità e conoscevamo gli altri blogger, leggendoli e commentandoli piuttosto che chattandoci.

Nel 2005 esplose il fenomeno Youtube, un sito creato da due ragazzini per condividere i video ed in seguito comprato da Google. La gente cominciò a caricarci su l’impossibile ed oggi è diventato una sorta di “memoria collettiva mondiale”, un posto franco in cui è possibile ascoltare musica, vedere film, assistere a lezioni di vario genere, ecc.

Nel 2006, mentre ero impegnato a scrivere sul blog e a guardare video su Youtube, una mia amica, avendo saputo che scrivevo canzoni, mi disse: “Ma come? Ancora non sei su MySpace?”.

Per documentarmi cercai la parola “MySpace” su Google e su Wikipedia che avevo sentito essere un’enciclopedia libera dove tutti potevano scriverci in perfetto stile web 2.0.

La parola “Social Network” non mi saltò all’occhio, probabilmente non erano chiamati neanche così all’epoca,

In realtà ero già iscritto a Linkedin per motivi di lavoro ma indubbiamente MySpace per me è stato il primo Social Network che ho esplorato.

MySpace era nato per i musicisti, per la band che volevano far ascoltare la propria musica ma poi era diventato per tutti, chiunque poteva aprirsi un profilo su MySpace e se conoscevi qualche rudimento di informatica potevi personalizzartelo come volevi.

Uno come me, esperto di informatica, musicista e non nativo digitale, in quel mondo ci sguazzava come un pesce dentro l’acqua ma poi arrivarono loro, i nativi digitali o “barbari”, come li chiama qualcuno ma anche tutti i non nativi che giungono sempre “in ritardo” quando una moda è ormai già ben diffusa.

Con gli occhi di oggi posso dire che i vari Blog e MySpace avevano ed hanno un punto debole per la popolarità.

Per usarli al meglio, devi avere un interesse, degli argomenti da scrivere, dei gusti musicali, essere tu a voler scoprire cose nuove, farti nuovi amici.

A fine 2007, sempre una mia amica, mi disse che ero “antico” e che ormai tutti erano su Facebook, mi iscrissi pertanto anch’io per provare.

Oggi mi chiedo: “Perché nel 2010 sono ancora su FB? Perché non sono emigrato da qualche altra parte, tipo Google Buzz o Twitter?” Certo, FB ha il vantaggio del first mover, ovvero di essere stato il primo Social Network davvero popolare ma la risposta che mi do è un’altra.

Io sono rimasto su FB perché la maggior parte della gente con cui mi relaziono si trova lì ed il motivo per cui alla maggior parte della gente piace FB, secondo me, è che non devi avere nessuna caratteristica particolare per frequentarlo, non devi essere uno che scrive, non devi essere un musicista, non devi conoscere l’informatica, non devi neanche sforzarti per farti i fatti degli altri perché FB ti avvisa quando ci sono delle novità e tu non devi solo cliccare.

L’idea di un web collaborativo dove ci si può scambiare idee ed opinioni viene messa sotto i piedi da un web in cui si parla di niente e dove l’esibizionismo ne fa da padrone.

E’ un po’ come il tramonto delle ideologie ma, proprio alla luce di ciò, era più che prevedibile.

Un web alla portata di tutti è certamente un web più democratico ma, come succede in tutte le democrazie, si ha un innalzamento del tasso di mediocrità. E’ il prezzo da pagare per garantire a tutti libertà d’espressione.

Veniamo però al punto: come cambieranno le cose in futuro?

Per rispondere a questa domanda con certezza bisognerebbe avere la sfera di cristallo o avanzare delle ipotesi basandosi su tre punti fondamentali:


· Come sta cambiando la tecnologia;

· Come stanno cambiando le persone che usufruiranno della tecnologia;

· Quanto i governi nazionali spingano per una diffusione della tecnologia.


Partiamo dal primo punto: la tecnologia cambia, si evolve, migliora, spinge verso certi settori. Questo è vero ma per farlo c’è bisogno di ricerca e soprattutto di investimenti.

Per capire verso dove sta andando la tecnologia è necessario farsi un giro (anche solo virtuale) nelle varie fiere dedicate all’Hi-Tech e/o leggere le news riguardanti le nuove tendenze tecnologiche nei blog e siti specializzati.

A gennaio del 2009 lessi un articolo sul corriere.it che parlava del 3D, oggi, a distanza di un anno sembra che ormai tutti i film che vogliano incassare al cinema debbano avere questo plus.

E’ un modo per far pagare di più il biglietto al cinema offrendo qualcosa che l’utente non è in grado di replicare tra le mura domestiche (per ora).

Poi c’è, a mio avviso, una tecnologia che si sta consolidando ed è quella della piattaforma per videogiochi Wi.

Immagino che non è molto lontano il momento in cui 3D e Wi si uniranno, anzi sono più che sicuro che lo hanno già pensato ed ideato.

A fine novembre 2009 un diciassettenne russo (un nativo digitale quindi) crea un sito di video-chat chiamato Chatroulette in cui, senza neanche registrarsi al sito, si può chattare con persone di tutto il mondo scelte dal sistema senza nessun criterio, ovvero a caso (usando il termine inglese: RANDOM) tra gli utenti collegati in quel momento.

L’utente può scegliere se intrattenersi con la persona che il sistema gli ha proposto o passare al prossimo, sempre scelto a caso tra gli utenti connessi in quel momento.

In pochi mesi Chatroulette ha raggiunto un’elevata popolarità, perché?

Eppure tutto ciò mi ricorda le stanze delle chat degli anni 90 in cui un miscuglio di persone non selezionate in base alla nazionalità o agli interessi o ad altro, pionieri di relazioni virtuali, si incontrava.

Che significa? Anche in Internet forse la moda è circolare, come succede nell’abbigliamento in cui gli anni 60/70/80 ritornano sempre?

In un libro del 2006 di Alessandro Baricco: I barbari, saggio sulla mutazione, vengono ben descritte le caratteristiche del popolo mutato figlio della rivoluzione digitale e penso che valga la pena ricordarle: Superficialità, Velocità, Spettacolarità, Mancanza di un’anima e con una vena nostalgica per il mondo che non c’è più e che molti di loro neanche hanno conosciuto.

Credo che Chatroulette contenga in sé tutti questi punti, infatti è Superficiale perché non è pensata per conoscere persone nuove ma per trascorrerci qualche minuto, è Veloce perché si passa da un utente all’altro rapidamente, la Spettacolarità intesa come esibizionismo è alle stelle tanto che sono presenti persone che si mostrano senza veli, la Mancanza d’anima c’è per l’assenza di argomenti e per il fatto di lasciarsi spiare da uno sconosciuto, infine, c’è la vena nostalgica per quelle chat degli anni 90 quando non sapevi chi c’era dall’altro lato, l’adrenalina dell’ignoto.

In più però, Chatroulette introduce un nuovo elemento che, come tutti gli elementi nuovi, tanto nuovo non è, ovvero il fattore RANDOM come scoperta.

Quest’ultimo secondo me sarà uno dei punti chiave del social network del futuro cioè il movimento casuale per scoprire argomenti nuovi ed esplorare.

Gli utenti del social network del futuro non sceglieranno, sarà il sistema a proporre e soprattutto ad intrattenere. Se ciò che gli viene proposto non sarà di loro gradimento avranno la facoltà di cambiare argomento, passando al successivo argomento random proposto dal sistema.

Un momento, ma tutto ciò mi ricorda qualcosa, questa non è la cara vecchia televisione? Sì è proprio lei, solo che i programmi li fanno gli utenti, anche questo fa parte del fattore Nostalgia di cui si parlava prima.

Personalmente vedo un altro elemento vincente in Chatroulette e che potrà essere ereditato dal Social Network del futuro ovvero, la mancanza di una registrazione.

Le persone sono stufe di doversi registrare e fornire i propri dati riempiendo dei form, come sarebbe bello se nessuno ti chiedesse nulla e tu potessi usufruire di un servizio senza doverti per forza registrare.

Possibile poi che non abbia ancora preso piede un sistema tipo Paypal dove una persona registra i propri dati personali una volta per tutte e poi li possa utilizzare all’atto delle iscrizioni ad altri siti semplicemente usando la propria mail accompagnata da una password senza doverli ogni volta riscrivere? (Se qualcuno lo fa, però, si ricordi del sottoscritto).

In Facebook manca l’anonimato, il più delle volte i nostri contatti sono persone che conosciamo e ci conoscono, anche se non ci siamo registrati con il nostro nome e cognome, e sarebbe bello se si potesse avere molteplici identità facilmente interscambiabili.

Altro fattore che, secondo me, potrebbe prendere piede è quello per cui un Social Network potrebbe fornire la possibilità anche di vendere la nostra vita o pezzi di essa.

Sì, avete letto bene, sto parlando proprio di vendere e se a molti può sembrare immorale, ricordatevi che già oggi è possibile trasformare in denaro foto, video, collegamenti alle nostre webcam.

Credo che il Social Network del futuro quindi dovrà fornire anche possibilità di questo tipo per essere attraente.

Ovviamente il Social Network ci guadagnerà in tutto questo e sarà un modo per farlo sopravvivere. Tenete conto che le pubblicità su FB vengono cliccate da pochissimi utenti e molto spesso per sbaglio quindi i bannerini pubblicitari non saranno i soli a far fare cassa al Social Network.

Il Social Network per sopravvivere venderà anche statistiche: mille utenti che oggi si iscrivono al gruppo: “A me piace giocare a tennis” non sono forse mille potenziali acquirenti per un’azienda che vende attrezzature da tennis?

I più smaliziati penseranno che il Social Network del futuro venderà statistiche/informazioni anche ai servizi segreti delle nazioni “amiche” ma credo che ciò già accada e non direi nulla di nuovo.

La Sicurezza verrà sempre messa al primo posto rispetto alla privacy e all’anonimato, anche in futuro.

I governi quindi avranno sempre più un peso nei Social Network ed un governo, anche il più liberale, vedrà sempre dei potenziali pericoli al fatto che l’informazione possa fluire velocemente e senza controllo tra vasti gruppi di persone.

Dipenderà inoltre anche dai governi la possibilità che certe tecnologie prendano piede. Pensiamo in Italia al digitale terrestre, tecnologia fortemente spinta dal governo, ci sarebbe quindi qui più che in altre nazioni terreno fertile affinché nasca un social network che si mescoli con la TV grazie all’ausilio della tecnologia del digitale terrestre. A quel punto saremo tutti un Grande Fratello.

Le mie, naturalmente, sono solo ipotesi, ragionamenti. La verità comunque è che la tecnologia fa tanto ma è come le persone la utilizzano ogni giorno che la rende popolare e l’idea del Social Network del futuro potrebbe anche non essere fondata perché esso potrà venir soppiantato da qualcos’altro che adesso non riusciamo neanche ad immaginare ma che rifletterà sempre, nel bene e nel male, quello che siamo diventati.


Ad maiora,


JECO digitale



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