lunedì 1 febbraio 2010

La lettura ad alta voce (2)

Torno sull'argomento trattato nel post precedente e provo a mettere un po' di ordine nelle altre cose che ho imparato sulla lettura ad alta voce.
Eravamo rimasti al fatto che, oltre a saper parlare l'italiano corretto, è necessario conoscere la propria voce e per farlo è necessari sapere come funziona l'apparato fonatorio.
E' importante comprendere quanto la nostra voce dipenda dalle corde vocali, da come muoviamo la lingua e soprattutto da come respiriamo.
Le vocali possono essere pronunciate anche senza lingua o corde vocali ma per poter articolare parole, è necessario che tutto l'apparato fonatorio funzioni correttamente.

L'immagine qua sotto mostra dove produciamo i suoni di alcune lettere ed è stata presa da:






Dicevo, la respirazione è fondamentale per un lettore ad alta voce ed è necessario immettere l'aria dal naso e farla uscire dalla bocca.
I motivi sono tanti, forse i più importanti sono che l'aria che entra dal naso risulta più "depurata" e riscaldata rispetto a quella che entra direttamente dalla bocca e va a "colpire" le corde vocali.
Un' attrice famosissima dei primi del '900, Sarah Bernhardt era solita pronunciare dei versi del Leopardi prima di iniziare gli spettacoli per aiutarsi con la respirazione.
E' importante quindi saper respirare anche per scaldarsi la voce, saper gestire i tempi, evitare di far sentire al microfono il proprio respiro ed evitare le apnee.
Una volta che abbiamo fatto un bel respiro, riempendo così di tanta aria i polmoni, siamo pronti per imparare gli accenti delle parole.

Partiamo dall'accento tonico premettendo che in italiano, per la maggior parte delle parole, è difficile capire l'esatta pronuncia guardando come esse si scrivono.
Esistono parole come:

Alacre, Fortuito, Pudico, Constato, Leccornia, Devia, Sguaina, Zaffiro, Salubre ...
che hanno stupito il sottoscritto perché non ne conosceva l'esatta pronuncia esatta, ho messo in grassetto le lettere su cui bisogna porre l'accento, ovvero soffermarsi , per pronunciarle correttamente.

Poi c'è l'accento fonico e qua il discorso si complica. Sapete quante sono le vocali in italiano?
Io pensavo cinque ma, in realtà, sono sette e qua sotto le elenco:

  • à,
  • è (e grave/aperta)
  • é (e acuta/chiusa)
  • ò (o grave/aperta)
  • ó (o acuta/chiusa)
  • ù
  • ì
Esistono parole in italiano che in base all'accento possono cambiare addirittura di significato.
Ad esempio, dire Accétta (l'oggetto che taglia) non è lo stesso di dire Accètta (verbo accettare) così come dire Pòrci (maiali), non è lo stesso che dire Pórci (verbo porre).
E' quindi necessario saper pronunciare correttamente e spesso, la cadenza di pronuncia dei luoghi d'origine.
Ad esempio, io sono abituato a dire -mènte e sbaglio perché si dice ménte e così tutte le parole che finiscono per ménte tipo franca-ménte, possibil-ménte, ecc.
Esistono quindi delle regole (con tante eccezioni) che è opportuno sapere per iniziare a pronunciare in italiano corretto, anche se, bisogna dire questo:
Mai dimenticarsi le proprie origini, mai arrivare al punto (anche se per me sarà credo impossibile) di parlare un italiano perfetto ma senza colore ed in modo freddo!

E detto ciò, buon tuffo nella lettura!

JECO digitale