venerdì 23 luglio 2010

Ma gli ebook li leggeremo?

Vi è mai successo che vi regalassero un libro e voi non l'avete letto? O che voi stessi, di fronte a libro, magari in offerta, l'avete acquistato ma è rimasto "vergine" nella vostra libreria?
Oggi ho pensato che la stessa cosa, moltiplicato centomila, potrebbe accadere con gli ebook.

In questo momento centinaia di persone sono collegate alle rete e stanno scaricando contenuti multimediali. Io ho smesso di farlo da anni ormai perché la velocità di download era di gran lunga maggiore del tempo che ho a disposizione per usufruire dei contenuti multimediali scaricati.
Tutti noi abbiamo gigabyte interi dei nostri hard-disk pieni di mp3 che non abbiamo mai ascoltato e che non sappiamo neanche di avere, i nostri ipod da mesi ormai contengono gli stessi brani perché ci siamo stufati, abbiamo scaricato i nostri film preferiti ma da quando ce li abbiamo, non li guardiamo più perché tanto possiamo vederli quando vogliamo, per non parlare delle serie TV che non abbiamo ancora visto ma che teniamo lì per vederle quando avremo un po' di tempo, ovvero mai.
Immagino che accadrà lo stesso per gli ebook, gli ebook si diffonderanno rapidamente per la loro facilità di fruizione, li accumuleremo, ne avremo tantissimi in memoria ma non so se alla fine verranno letti più di quanto succede ora per i libri cartacei.
Forse un destino diverso avranno i quotidiani e le riviste in formato elettronico ma per la narrativa, davvero non lo so come andrà.
All'inizio penso che sarà una moda, poi, come sta succedendo con gli ipod, ci stuferemo e ci proporranno un altro giocattolo.

Ad maiora.
JECO digitale


Quanto si vorrà spendere per un ebook? Io penso quanto la gente spende oggi per comprare un mp3 ovvero ...

lunedì 19 luglio 2010

Gli ebook sostituiranno i libri di carta?

Facendo una passeggiata (metaforicamente) in giro per la rete, sui siti che parlano di libri e di editoria del futuro, non si parla d'altro che degli ebook.
C'è chi è pronto a scommettere che soppianteranno in breve tempo i libri di carta, c'è chi invece dice che l'Italia ancora non è pronta ma che seguirà lo stesso trend che c'è stato negli Stati Uniti dove le vendite di ebook rappresentano già il 50% circa del mercato del libro.
Certo, molto lo farà la diffusione degli ebook-reader, primo in testa l'i-pad che si prevede essere il regalo più gettonato del prossimo natale.
Siti come Amazon, che sono stati pionieri nella vendita di ebook, hanno ben pensato di vendere anche gli ebook-reader come il Kindle.
Penso agli mp3, a come abbiano sostanzialmente cambiato il mondo della musica e come il settore della vendita di dischi sia crollato con le vendite. Sarà lo stesso anche per gli ebook?
C'è una bella differenza però, la diffusione degli mp3 e poi di seguito quella dei mp3-reader(i-pod) è nata da un desiderio popolare, ovvero quello di poter ascoltare musica gratis e ovunque.
L'i-pad mi appare invece qualcosa di imposto da Mr. Steve Jobs che, dato che ha ormai saturato il mercato degli i-pod (ormai tutti ce l'hanno), sta cercando di fare leva su qualcos'altro. Sta cercando di far nascere nella gente un bisogno che prima non aveva.
Magari, molti compreranno l'i-pad per moda e forse succederà che i giovani si avvicineranno di più alla lettura per via di questo nuovo modo di leggere, chissà che le librerie si svuotino dei libri spazzatura dei personaggi famosi che scrivono senza essere scrittori e che, aimé, vendono più degli scrittori, chissà cosa accadrà, nessuno può dirlo con certezza.
Però una cosa è sicura: il mercato della lettura digitale difficilmente uguaglierà i numeri di quello della musica perché la lettura è più d'elite rispetto alle canzonette.
Finché ci saranno persone che avranno voglia di tenere un libro tra le mani, annusarne la carta e sapranno trasmettere agli altri l'amore per il libro, strumento usato da secoli per comunicare con gli altri e con i posteri, i libri di carta esisteranno.
C'è poi un discorso legato alla digitalizzazione dei contenuti che va al di là dei libri e vale per qualsiasi tipo di informazione scritta.
L'informazione digitale ha il problema che può essere soggetta a maggiori controlli dei contenuti rispetto a quella cartacea, e quindi addirittura a censure automatiche nel caso di informazione scomoda al potere.
Nel secolo scorso Hitler voleva bruciare tutti i libri di storia per riscriverla, oggi forse avrebbe voluto impossessarsi di TV ed Internet.
Spero quindi che la carta sopravviva al digitale e che i libri e gli ebook rimangano due mondi diversi che possano coesistere.

Ad maiora,
JECO digitale


giovedì 15 luglio 2010

Editoria a pagamento (EAP)

Oggi voglio dire la mia sulla Editoria a Pagamento anche chiamata "EAP", acronimo utilizzato da molti siti che hanno a cuore questo argomento.
Quando ho iniziato a pensare di pubblicare il mio libro ho fatto quello che tutti dovrebbero fare sempre prima di una scelta importante ovvero: informarsi.
Il web offre davvero tanto se si ha tempo e voglia di leggere e filtrare le informazioni.
Così, quando mi imbattevo in una possibile casa editrice che diceva di essere interessata agli esordienti, leggevo anche le opinioni di chi con quella casa editrice si era già imbatuttuto e traevo frutto dalle altrui esperienze (spesso negative).

Le domande importanti da farsi sono:

E' corretto da parte degli editori chiedere contributi agli autori?
Sicuramente è legale, l'editore lo può fare anche perché probabilmente sa che non ci saranno molti acquirenti dell'opera e c'è un contratto sottoscritto ed accettato da entrambe le parti. Non è però l'unico modo per veder pubblicato il proprio manoscritto perché esistono tante case editrici che non chiedono soldi all'autore ma investono su di lui.

E' intelligente un autore che sceglie di pagare pur di avere il suo libro tra le mani?
Di sicuro non è intelligente farsi spennare. Se l'autore è consapevole che il suo libro al 99% non arriverà in libreria se non si preoccuperà di farcelo arrivare, che spesso non ci sarà neanche un lavoro di "correzione bozze" da parte dell'editore, che probabilmente la promozione dovrà farsela da solo, allora l'autore potrà autofinanziarsi l'opera ma, in quel caso, dovrà diventare un imprenditore di se stesso, dovrà vendere e promuovere lui per rientrare con le spese, dovrà credere davvero in ciò che scrive, altrimenti non ne vale la pena.

L'autore però, prima di decidere di pagare per pubblicare, dovrebbe chiedersi:

1) Ho mandato il mio manoscritto a proprio tutte le case editrici non a pagamento che potrebbero essere interessate?
2) Entro quanto tempo ho bisogno che il libro esca? (Ad es. scrivo un libro su una tecnologia recente, non ha senso che esca tra 1 anno perchè sarà ormai obsoleta. I tempi dell'editoria tradizionale sono lunghissimi)
3) Mi serve davvero "pubblicare"? Non basterebbe un servizio di "print on demand" che magari mi permetta di vendere la mia creazione e di stampare solo le copie che riesco a vendere? (In questo caso, siti come boopen.it, lulu.com ed ilmiolibro.it fanno al caso vostro)
4) Quante persone, di quelle che conosco, se lo comprerebbero e a quale prezzo? Quante copie dovrei stampare per la prima tiratura? E' essenziale fare indagini di mercato prima.
5) Sarò in grado di promuoverlo? Riuscirò ad organizzare una presentazione? Avrò la faccia tosta di presentarmi alle librerie per proporre le mie copie "in conto vendita"? Sarò in grado di coinvolgere la stampa locale? Queste sono tutte cose molto importanti.
6) Qual è il mio budget? Quanto sono disposto a spendere tenendo conto quandi anche della promozione oltre che della realizzazione fisica del libro?
7) Sono in grado di dare al mio libro anche una veste grafica che attiri il lettore? L'impaginazione, l'editing, la copertina sono cose fondamentali per poter vendere un libro ... se non sono in grado di farlo da solo, lo dovrà fare qualcun altro e la spesa deve rientrare nel budget.
8) Tra gli editori a pagamento che ci sono, quale mi conviene di più? Uno piccolo ma che si trova geograficamente vicino o uno grande col quale non avrò mai però un rapporto diretto? .. e soprattutto quali sono le tariffe in media che mi possono chiedere?
9) Cosa mi offre l'editore a pagamento? Ha un minimo di distribuzione? Ha un catalogo in cui verrò inserito? Mi darà l'ISBN?
10) E se anziché la versione cartacea diffondessi un e-book?

Io appartengo a quelli che queste domande se le sono fatte.
Ho provato a sottoporre il mio manoscritto ad alcune case editrici (non a tantissime) ma visti i tempi tecnici di risposta (per me troppo lenti), ho preferito investire su me stesso in modo consapevole, fissando un duplice obiettivo: quello di rientrare con le spese e quello di farmi leggere.
Personalmente non l'ho fatto per "Vanity Press" ovvero per quel desiderio incontrollabile che hanno molti di dire: "E' il mio libro! L'ho scritto io!", l'ho fatto perché credo nei contenuti che propongo, perché credo nella Poesia, anche se la maggior parte degli editori e dei librai storce il naso al sentir pronunciare questo genere e te la scarta a priori.

Perciò, la mia presa di posizione sull'editoria a pagamento è la seguente:
Se credete davvero nel vostro lavoro ed avete i soldi per autopubblicarvi ed investire su di voi, fatelo pure ma fatelo con cosapevolezza, informandovi e sapendo a cosa si va incontro evitando di farvi inutilmente spennare.
Naturalmente questo non è l'unico modo per pubblicare, se avete tempo, pazienza, fortuna e la vostra opera è fatta bene, di certo troverete qualcuno disposto a pubblicarvi non a pagamento, in caso contrario: ciccia, si vive lo stesso.

A molte case editrici a pagamento piace ricordare che anche autori molto famosi hanno iniziato autofinanziando le proprie pubblicazioni e che se loro che erano dei grandi hanno iniziato così, allora è naturale che anche voi...bla bla bla.
Il personaggio del Cyrano, paladino intransigente della libertà e della giustizia, che non accettava compromessi invece diceva: "Pubblicare a pagamento i miei versi presso un buon editore? No, grazie dell'onore! "
Aristotele, infine, affermava che la "virtù sta nel mezzo", ovvero che non bisogna eccedere nelle cose ma seguire la via di mezzo e per questa volta, sono d'accordo con Aristotele.

Ad maiora.
JECO digitale



Platone: L'editore mi ha chiesto un ingente contributo per pubblicare il mio nuovo libro!
Aristotele: La virtù sta nel mezzo! E lei maestro ha mai pensato di cambiare mezzo? L' e-book ad esempio ...

venerdì 9 luglio 2010

Intercettazioni

Una balena disse al suo delfino:
Fra poco potremo parlare ad ultrasuoni
senza più il timore delle intercettazioni!
L'ho letto ieri sul gazzettino.
Oggi, invece, manca il giornale,
hanno indetto sciopero generale
ma a dirla tutta non sono preoccupata,
neppure se la legge non venisse approvata
visto che da sempre la faccio franca,
fin dai tempi della Balena bianca!



martedì 6 luglio 2010

Da portare in spiaggia

Tempi che corrono è già uscito da un mese e risulta essere un libro caldo, quindi ben adatto a questa stagione dell'anno, nonché una lettura ideale da fare con amici e parenti o in rilassante solitudine, sotto l'ombrellone.
Per i sorrisi che regala e per la curiosità che suscita negli sconosciuti, averlo con voi sulla spiaggia potrebbe anche aumentare il vostro sex appeal e regalarvi una possibilità in più per rimorchiare il/la vostro/a vicino/a di ombrellone.

Perché rinunciare a questa grande opportunità? Scrivetemi per richiederlo! ;-)


lunedì 5 luglio 2010

Facebook, Twitter, Blog e Reality show sono ammortizzatori sociali?

Oggi leggevo questo articolo su corriere.it in cui si parlava, ancora una di volta, di Facebook e di come esso stia diventando: Il database dell'umanità, anche se di umanità in FB spesso ce ne è davvero poca. Dai sondaggi mascherati da giochi/quiz, agli "amici" che spesso non lo sono nella vita reale, al fatto che i dati che il social network incamera (foto, messaggi di stato, ecc.) rimarranno archiviati per sempre.
Tremo all'idea che si faranno di me i miei pronipoti leggendo fra sessant'anni i miei "a cosa sto pensando" quando il grande database dell'umanità diventerà (sempre se esisterà ancora) il più grande cimitero online.
Confido nel fatto che la tecnologia che ci sarà allora non sarà in grado di decodificare facilmente la nostra attuale perché quest'ultima risulterà obsoleta, un po' come succede oggi per le registrazioni degli anni venti ed il motivo non è perché sogno un futuro tecnologicamente avanzato, ma perché ho paura del giudizio che avranno i posteri di noi, della nostra generazione fatta di social networkers, bloggers e spettatori di reality.
Spesso mi sono chiesto se Facebook, Twitter, Blogs e Reality show, ecc. non siano "spinti" dai governi nazionali per sedare i malcontenti che comunque ci sono e serpeggiano tra la gente perché, è bene dirlo: la realtà è che tanta gente se la passa male.
Mi rendo conto però che coi tempi che corrono, non importa che sia o no la realtà, l'importante è solo che sia su Facebook.

Ad maiora.

JECO digitale



Senza un lavoro, senza una casa ma non senza la banda larga ...

venerdì 2 luglio 2010

Una curiosità

Ciao a tutti,

oggi mi va di postare una curiosità che ho notato sul blog letterario sulromanzo, blog che tra l'altro trovate anche nei miei link visto che lo leggo più o meno periodicamente.
Nel post del 30 giugno 2010 pubblicato da Radames e scritto da Astrid Fataki si parla delle donne, di come i tempi siano cambiati rispetto al passato, di quanto esse siano spesso e purtroppo vittime del voler essere sempre giovani e belle anche quando l'età ormai è quella che è, senza riuscire ad accettare che la bellezza di una 50enne ovviamente sarà diversa da quella di una 20enne.
Infine, il post si conclude con la citazione della poesia del De Amicis "Mia madre ha sessant'anni, e più la guardo e più mi sembra bella".

Dopo aver letto questo post ho pensato:


"Ma tutto ciò mi ricorda qualcosa!"

Qualche mese fa la mia insegnante di letture (lalettrice) mi ha chiesto di scrivere, in occasione della festa della mamma, un componimento poetico ed io ho scritto LA MADRE DI EDMONDO dove ho espresso proprio gli stessi concetti del post citato, componimento che tra l'altro è finito nel mio libro "Tempi che corrono".

Insomma, penso che sia una soddisfazione che una persona che non mi conosce e che non credo abbia mai letto i miei componimenti, a distanza di qualche mese abbia espresso i medesimi concetti del sottoscritto, è una prova di come la mia scrittura possa essere condivisibile e rifletta bene quelli che sono i tempi che corrono.

Ad maiora,

JECO digitale