giovedì 15 luglio 2010

Editoria a pagamento (EAP)

Oggi voglio dire la mia sulla Editoria a Pagamento anche chiamata "EAP", acronimo utilizzato da molti siti che hanno a cuore questo argomento.
Quando ho iniziato a pensare di pubblicare il mio libro ho fatto quello che tutti dovrebbero fare sempre prima di una scelta importante ovvero: informarsi.
Il web offre davvero tanto se si ha tempo e voglia di leggere e filtrare le informazioni.
Così, quando mi imbattevo in una possibile casa editrice che diceva di essere interessata agli esordienti, leggevo anche le opinioni di chi con quella casa editrice si era già imbatuttuto e traevo frutto dalle altrui esperienze (spesso negative).

Le domande importanti da farsi sono:

E' corretto da parte degli editori chiedere contributi agli autori?
Sicuramente è legale, l'editore lo può fare anche perché probabilmente sa che non ci saranno molti acquirenti dell'opera e c'è un contratto sottoscritto ed accettato da entrambe le parti. Non è però l'unico modo per veder pubblicato il proprio manoscritto perché esistono tante case editrici che non chiedono soldi all'autore ma investono su di lui.

E' intelligente un autore che sceglie di pagare pur di avere il suo libro tra le mani?
Di sicuro non è intelligente farsi spennare. Se l'autore è consapevole che il suo libro al 99% non arriverà in libreria se non si preoccuperà di farcelo arrivare, che spesso non ci sarà neanche un lavoro di "correzione bozze" da parte dell'editore, che probabilmente la promozione dovrà farsela da solo, allora l'autore potrà autofinanziarsi l'opera ma, in quel caso, dovrà diventare un imprenditore di se stesso, dovrà vendere e promuovere lui per rientrare con le spese, dovrà credere davvero in ciò che scrive, altrimenti non ne vale la pena.

L'autore però, prima di decidere di pagare per pubblicare, dovrebbe chiedersi:

1) Ho mandato il mio manoscritto a proprio tutte le case editrici non a pagamento che potrebbero essere interessate?
2) Entro quanto tempo ho bisogno che il libro esca? (Ad es. scrivo un libro su una tecnologia recente, non ha senso che esca tra 1 anno perchè sarà ormai obsoleta. I tempi dell'editoria tradizionale sono lunghissimi)
3) Mi serve davvero "pubblicare"? Non basterebbe un servizio di "print on demand" che magari mi permetta di vendere la mia creazione e di stampare solo le copie che riesco a vendere? (In questo caso, siti come boopen.it, lulu.com ed ilmiolibro.it fanno al caso vostro)
4) Quante persone, di quelle che conosco, se lo comprerebbero e a quale prezzo? Quante copie dovrei stampare per la prima tiratura? E' essenziale fare indagini di mercato prima.
5) Sarò in grado di promuoverlo? Riuscirò ad organizzare una presentazione? Avrò la faccia tosta di presentarmi alle librerie per proporre le mie copie "in conto vendita"? Sarò in grado di coinvolgere la stampa locale? Queste sono tutte cose molto importanti.
6) Qual è il mio budget? Quanto sono disposto a spendere tenendo conto quandi anche della promozione oltre che della realizzazione fisica del libro?
7) Sono in grado di dare al mio libro anche una veste grafica che attiri il lettore? L'impaginazione, l'editing, la copertina sono cose fondamentali per poter vendere un libro ... se non sono in grado di farlo da solo, lo dovrà fare qualcun altro e la spesa deve rientrare nel budget.
8) Tra gli editori a pagamento che ci sono, quale mi conviene di più? Uno piccolo ma che si trova geograficamente vicino o uno grande col quale non avrò mai però un rapporto diretto? .. e soprattutto quali sono le tariffe in media che mi possono chiedere?
9) Cosa mi offre l'editore a pagamento? Ha un minimo di distribuzione? Ha un catalogo in cui verrò inserito? Mi darà l'ISBN?
10) E se anziché la versione cartacea diffondessi un e-book?

Io appartengo a quelli che queste domande se le sono fatte.
Ho provato a sottoporre il mio manoscritto ad alcune case editrici (non a tantissime) ma visti i tempi tecnici di risposta (per me troppo lenti), ho preferito investire su me stesso in modo consapevole, fissando un duplice obiettivo: quello di rientrare con le spese e quello di farmi leggere.
Personalmente non l'ho fatto per "Vanity Press" ovvero per quel desiderio incontrollabile che hanno molti di dire: "E' il mio libro! L'ho scritto io!", l'ho fatto perché credo nei contenuti che propongo, perché credo nella Poesia, anche se la maggior parte degli editori e dei librai storce il naso al sentir pronunciare questo genere e te la scarta a priori.

Perciò, la mia presa di posizione sull'editoria a pagamento è la seguente:
Se credete davvero nel vostro lavoro ed avete i soldi per autopubblicarvi ed investire su di voi, fatelo pure ma fatelo con cosapevolezza, informandovi e sapendo a cosa si va incontro evitando di farvi inutilmente spennare.
Naturalmente questo non è l'unico modo per pubblicare, se avete tempo, pazienza, fortuna e la vostra opera è fatta bene, di certo troverete qualcuno disposto a pubblicarvi non a pagamento, in caso contrario: ciccia, si vive lo stesso.

A molte case editrici a pagamento piace ricordare che anche autori molto famosi hanno iniziato autofinanziando le proprie pubblicazioni e che se loro che erano dei grandi hanno iniziato così, allora è naturale che anche voi...bla bla bla.
Il personaggio del Cyrano, paladino intransigente della libertà e della giustizia, che non accettava compromessi invece diceva: "Pubblicare a pagamento i miei versi presso un buon editore? No, grazie dell'onore! "
Aristotele, infine, affermava che la "virtù sta nel mezzo", ovvero che non bisogna eccedere nelle cose ma seguire la via di mezzo e per questa volta, sono d'accordo con Aristotele.

Ad maiora.
JECO digitale



Platone: L'editore mi ha chiesto un ingente contributo per pubblicare il mio nuovo libro!
Aristotele: La virtù sta nel mezzo! E lei maestro ha mai pensato di cambiare mezzo? L' e-book ad esempio ...

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